L’infuso di Equiseto (coda cavallina) dei monaci dell'Abbazia di Praglia è ricco di sali minerali e si rivela particolarmente utile in caso di disturbi renali e calcoli; contrasta la ritenzione idrica grazie alle sue proprietà diuretiche.
Presso corsi d’acqua, luoghi umidi, piccole rivoli, cresce l’Equiseto, particolarissima pianta senza fiori e dalla forma inconfondibile. Per riprodursi l'Equiseto ha infatti bisogno di una matrice, che agli inizi della primavera produce piantine non feconde che saranno poi destinate a crescere assumendo la caratteristica forma a coda di cavallo o pennacchio, con un fusto centrale e foglie sottilissime, simili ad aghi.
L’origine di questa particolare pianta erbacea è preistorica: nel Periodo Carbonifero le dimensioni dell’Equiseto erano quelle di grandi alberi divenuti nei millenni enormi foreste fossili.
L’uso fitoterapico di questa pianta è attestato fin dall’epoca dei Sumeri che ne apprezzavano la componente remineralizzante, diuretica e riequilibrante dell’organismo.
Preparazione dell'infuso:
Lasciare in infusione un cucchiaino da tè in una tazza di acqua bollente per 10-12 minuti; filtrare e assumere due volte al giorno.
Ingredienti: equisetum arvense l. - fam. equisetaceae