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I migliori vini delle abbazie: il nostro viaggio tra le cantine monastiche

Oggi vogliamo portarvi in un tour enologico per farvi scoprire vini rossi, bianchi, rosé e passiti di abbazie e monasteri. Tra bottiglie pregiate e antiche, con metodi di lavorazione di circa mille anni.

Molti sicuramente associano abbazie e monasteri alla produzione di birre. Ed effettivamente è così, le birre Trappiste sono celebri in ogni parte del mondo e sono una vera specialità monastica, ma forse non tutti sanno che molti monasteri sono anche abili produttori di vini.

Oggi vogliamo portarvi nel mondo delle cantine monastiche, una sorta di tour enologico in cui vi racconteremo come vengono prodotti i migliori vini di abbazia e quali sono i più particolari vini monastici.

Come vengono prodotti i vini monastici?

Da centinaia di anni, alcuni monasteri addirittura fin dall’anno mille, producono vini eccellenti utilizzando metodi tradizionali, molto manuali e con l’ausilio di pochi macchinari. Questo un po’ per tradizione, un po’ per mantenere elevata la qualità del prodotto finale, prediligendo quindi il gusto alla quantità di bottiglie prodotte. Un aspetto che, inevitabilmente, può incidere anche sul prezzo, ma le differenze con vini più commerciali sono nette a detta di tutti gli esperti enologi.

Monaci e monache, frati e suore, sono da sempre dediti al lavoro manuale, soprattutto quello dei campi che bonificano, arano e seminano. Le vigne sono curate con grande meticolosità e lo studio attento delle uve ha portato i monasteri a selezionare solo le specialità migliori, tramandate fino ai giorni nostri.

Il vino si ottiene dalla fermentazione alcolica del succo di uva, ma in base al tipo di frutto impiegato si possono produrre vini bianchi, rosati e rossi. Gli step sono semplici: si parte con la vendemmia, ovvero la raccolta dell’uva. Si procede poi alla pigiatura ottenendo il mosto. Il passaggio successivo è la fermentazione (o meglio dire vinificazione) che può avere una durata differente in base al tipo di vino che si intende produrre. In questa fase lo zucchero contenuto naturalmente nel mosto si trasforma in alcool.

Come si produce il vino bianco delle abbazie

Se il mosto non viene fatto fermentare e viene separato dalle cosiddette vinacce, ovvero le bucce dell’uva, si ottiene il vino bianco. Se invece si procede a una parziale vinificazione, allora ecco che si ottengono vini rosati.

Come si produce il vino rosso delle abbazie

Se i monaci lasciano fermentare il mosto macerando con le bucce, ma anche semi e raspi, allora si crea il vino rosso, colore rilasciato proprio da queste altre parti non presenti nella vinificazione dei bianchi.

A questo punto si procede alla svinatura, ovvero al travaso del vino, purificato dai residui, nelle botti a temperatura costante. I vini bianchi hanno generalmente poco invecchiamento e vengono consumati dopo poco tempo, mentre i rossi possono invecchiare anche molto a lungo prima di essere imbottigliati e consumati.

I migliori monasteri produttori di vini

Su Terra in Cielo siamo sempre alla ricerca dei monasteri più tradizionali che amano produrre le proprie specialità come una volta. Ecco quindi che inizia il nostro tour enologico tra le cantine monastiche dove passeremo per Monte Oliveto Maggiore, Muri Gries, Novacella, Praglia, Camaldoli, Vitorchiano…

I vini dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore

L’abbazia di Monte Oliveto Maggiore si trova in Toscana, in provincia di Siena, terra rinomata per la produzione vinicola. Un’abbazia antichissima, fondata nel 1319 divenuta nei secoli meta di pellegrinaggio per devoti e amanti di prodotti tipici toscani, tra cui i vini rossi prodotti nei vigneti di proprietà dell'azienda agricola dell'Abbazia, posta nel cuore delle crete Senesi ad Asciano. I monaci toscani producono il Novum Novello IGT, il Toscana Rosso IGT ricavato da uve sangiovese, cabernet, sauvignon e merlot dai profumi molto intesi e giustamente tannico, il Monaco Rosso Toscana IGT che viene affinato 12 mesi in botti di rovere francese dove matura il suo tipico color rosso rubino. In questa abbazia viene prodotto anche il vino Grance Senesi Rosso DOC, ricavato da uve Sangiovese con uno spiccato profumo di bacca rossa, una buona acidità e un sentore erbaceo. Infine uno dei più celebri, il vino 1319 Toscana IGT, anch’esso affinato in botti di rovere per un anno, per poi trascorrere altri 6 mesi in bottiglia prima di essere venduto. Un vino frutto di una tradizione vitivinicola plurisecolare. La sua denominazione è riferita infatti all’anno di fondazione dell’Abbazia che recentemente ha festeggiato i 700 anni.

L’abbazia di Monte Oliveto Maggiore è celebre anche per i suoi tre passiti: il Santo dell’Abbate invecchiato per oltre 3 anni, il Sanctus Vino da Messa utilizzato per le celebrazioni liturgiche e il Passito del Priore, ottenuto da uve vermentino dopo 3 mesi su graticci di legno.

I vini dell’abbazia di Muri Gries

Saliamo verso il nord Italia e ci dirigiamo a Bolzano dove visitiamo l’abbazia di Muri Gries, altamente specializzata nella produzione di vini. Oltre ai vari Magdalener, Terlarner Pinot Bianco, Chardonnay, Schiava Grigia, Blauburgunder e Lago di Caldaro Scelto DOC, troviamo il celebre Lagrein. L’abbazia lo produce diversi, come il Lagrein Riserva Vigna Klosteranger DOC invecchiato ben 19 mesi in botte che si adatta perfettamente ai piatti di selvaggina ma anche formaggi saporiti. Troviamo poi il Lagrein Kretzer Rosato DOC che si sposa ottimamente con il pesce e il classico Lagrein DOC, vino di punta dell’abbazia e tra quelli più conosciuti: un vino complesso ed elegante, con un morbido corpo tannico. Impossibile non citare il Lagrein Riserva Abtei Muri DOC, un vino riconosciuto da numerosi premi come l’ambito “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, affinato in barrique per 14 mesi.

I vini dell’abbazia di Novacella

Restiamo in provincia di Bolzano, dove non lontano da Bressanone troviamo l’abbazia di Novacella, famosa nel mondo per la sua produzione di vini, succhi di frutta e grappe. Partiamo dai vini bianchi più apprezzati come il Praepositus Sylvaner, vincitore del premio “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, il Sylvaner DOC con le sue inconfondibili note di frutta, il Praepositus Kerner DOC che si abbina con antipasti e pesce, anch’esso premiato con il “Tre Bicchieri” dal Gambero Rosso. L’abbazia di Novacella offre l’imbarazzo della scelta in termini di vini: Gewürztraminer, Riesling, Muller Thurgau per citarne altri.

Le grappe di Novacella

Vogliamo però soffermarci anche sulle grappe, vista l’elevata specializzazione dei monaci di Novacella nella sua produzione da vinacce selezionate. Parliamo delle grappe di Sylvaner, bianca e morbida al palato, la grappa di Gewürztraminer dal sapore aromatico e pieno, la grappa di Kerner e forse la più celebre: la grappa barricata di Abbagnac, prodotta da vinacce di Traminer Aromatico e barricata in fusti di rovere per almeno sei mesi, il fiore all’occhiello della produzione di Novacella.

I vini dell’abbazia di Praglia

Scendiamo in direzione Verona per svoltare a Padova, l’abbazia di Praglia è la nostra meta. Fondata tra i secoli XI e XII, si è nei decenni specializzata nella produzione di vini bianchi, vini rossi, vini rosati e vini passiti. Vogliamo consigliarvene alcuni, partendo dal vino Decanus Rosso Riserva, un vino ovviamente DOC, secco e corposo dalle note fruttate. Viene affinato in botti di rovere e all’assaggio si percepiscono sentori di ciliegia e sottobosco. Il vino Rubidus Colli Euganei DOC Raboso ha un spore deciso conferito dalle uve dei vitigni autoctoni a bacca nera dell’area del Piave, ma per festeggiare è ottimo lo Spumante Dolce Festum Fior d’Arancio, prodotto da uve moscato. Per quanto riguarda i vini da fine pasto o da dessert, sono consigliati il vino Moscato Passito Claustrum IGT Veneto e il Passito Rosso Torculus Veneto IGT.

I vini di Camaldoli

Addentriamoci nel cuore dell’Italia e arriviamo a Camaldoli, una delle tappe di pellegrinaggio più rinomate per gli amanti del mondo di abbazie e monasteri. La Mausolea dei monaci Camaldolesi è la produzione più eccellente dell’abbazia di Camaldoli. Sono vini ideali per accompagnare pasti anche importanti e dessert. Tra i più celebri sicuramente il Borbotto Rosso IGT, fresco e dai sapori che ricordano i frutti a bacca rossa, e il vino Mausolea Rosso ottenuto da uve Montepulciano e canaiolo senza l’aggiunta di solviti. Questa particolarità fa sì che non possa invecchiare in bottiglia.

I vini della Fattoria La Poggerina

Non troppo lontano da Camaldoli raggiungiamo Firenze, la Fattoria La Poggerina dei Frati Servi di Maria, che nella sua produzione vitivinicola annovera il vino Rosso Chianti DOCG La Poggerina, vino ottenuto unicamente da uve sangiovese molto celebre per la sua colorazione rosso rubino luminoso che si presenta dolce al palato, ma anche asciutto e persistente. Ottimo con i dolci, invece, il Vinsanto del Chianti DOC La Poggerina, invecchiato in cartelli di castagno e per questo con una colorazione ambrata e dal profumo molto intenso.

I vini del monastero di Vitorchiano

Ci spostiamo nella provincia di Viterbo ed entriamo nel monastero Trappiste di Vitorchiano, dove oltre 70 monache sono dedite alla produzione di marmellate, confetture, olio extravergine di oliva e ovviamente vini bianchi e rossi. Il più celebre è il Vino Ruscum, vino bianco IGP prodotto secondo metodi arginali con uve Treppiano, Malvasia e Verdicchio. Si tratta del fiore all’occhiello della produzione monastica enologica di Vitorchiano. Il vino Coebium è un bianco che si adatta a ogni piatto, prodotto esclusivamente con uve delle vigne del monastero senza ricorrere a trattamenti invasivi. Infine, il vino Benedic è il rosso ottenuto da uve sangiovese, ciliegiolo e merlot dopo una macerazione di 15 giorni. Un vino molto gradevole al palato, dal profumo vivace e dal gusto fruttato.

Il nostro viaggio virtuale tra le cantine monastiche sta per volgere al termine, ma vi lasciamo con altri due vini a nostro avviso da provare. Il primo è il vino Rosso La Grangia prodotto dal monastero di Siloe. Un vino rosso biologico, invecchiato in acciaio per circa nove mesi e prodotto con uve ciliegiolo, storico vitigno della Maremma Toscana. Il suo sapore è delicato, vellutato, armonico: un vino di buon corpo.

In ultimo, ma non certo per importanza o qualità, il vino Vermentino del convento Monte Carmelo. Un vino bianco DOC perfetto per antipasti e aperitivi, ottenuto esclusivamente da vigneti del convento stesso. Si consiglia di assaporare questo vino leggermente fresco, stappandolo circa due ore prima di servirlo per apprezzar al meglio il suo inconfondibile profumo. La sua produzione è limitata per via della movimentazione della terra in modo naturale e per il limitatissimo utilizzo di prodotti per disinfezioni delle viti, tutti ammessi dal disciplinare biologico.

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